Ho fondato la mia causa sul nulla
Max Stirner
Essere-nel-tempo
significa essere attraversati dal vortice del divenire, essere 'forati' dal
flusso doloroso del mutamento, della consunzione e della morte. Se si è nel
tempo non v'è illusione nel divenire, solo impermanenza. In questo stato
di riflessione nuda lo scivolare nel tempo mi pare anzi l'unica certezza,
l'unico appiglio che mi permetta di non precipitare nel vuoto dell'incoscienza.
La
depressione è l'evento che mi getta traumaticamente al centro del tempo, il
vortice che mi spinge verso il fondo del tempo, che mi costringe ad annaspare
alla ricerca di un punto saldo, che mi annega nel tempo.
Il divenire non è mai stato così ampio, così soffocante e rarefatto: tutto ciò che cade al suo interno si dilata e disgrega. L'aumento del battito cardiaco, il respiro affannoso, sono parte di una sequenza rituale primordiale, una trance che mi abbandona al movimento circolare del vortice. Ora sono saldo nell'abisso. In un atmosfera di disvelamento il chiacchiericcio degli esseri umani appare come un rumore unitario, un fastidioso blaterio di fondo: il demiurgo idiota si esprime tramite essi, poiché essi sono le sue lingue abominevoli. A dispetto del rumore assordante la mia mente è ormai equidistante da qualsiasi punto dell'universo e fluttua in trasparenza, un oggetto semi-svanito sospeso nel silenzio ovattato dell'abisso.
Il divenire non è mai stato così ampio, così soffocante e rarefatto: tutto ciò che cade al suo interno si dilata e disgrega. L'aumento del battito cardiaco, il respiro affannoso, sono parte di una sequenza rituale primordiale, una trance che mi abbandona al movimento circolare del vortice. Ora sono saldo nell'abisso. In un atmosfera di disvelamento il chiacchiericcio degli esseri umani appare come un rumore unitario, un fastidioso blaterio di fondo: il demiurgo idiota si esprime tramite essi, poiché essi sono le sue lingue abominevoli. A dispetto del rumore assordante la mia mente è ormai equidistante da qualsiasi punto dell'universo e fluttua in trasparenza, un oggetto semi-svanito sospeso nel silenzio ovattato dell'abisso.
In questi strani
eoni l'eternità poggia il suo severo sguardo sull'esistenza umana, ne rivela il
nucleo ardente, accecante in tutto il suo glorioso orrore: l'etica
disvelata è etologia, ecologia, divoramento continuo, brusio masticatorio. Homo
homini lupus è il motto di chi ha sostato in questo luogo al limitare del
tempo e ha visto l'essenza stessa dell'esistenza umana dispiegarsi in una
spirale di violenza, sopraffazione e umiliazione reciproca. Mai più bocca sarà
aperta, mai più dito sarà alzato senza che questa visione paralizzi il mio
corpo, renda la mia voce flebile.
Il velo posto
sulle forze del divenire si è per me strappato nell'istante del supremo
disprezzo: vedo infine l'insignificanza di ogni cosa nel tempo. In questa
dimensione 'infinito' non è un concetto quantitativo riferito all'estensione
spazio-temporale di un oggetto ma un fattore qualitativo: visto da queste
profondità ogni frammento di materia sembra essere incompleto o incompiuto. Una
rosa appare sufficientemente rappresentativa dell'intero universo, tanto quanto
un sasso o un bidone della spazzatura, giacché tutto sembra essere relato a
tutto attraverso la mediazione di una struttura schiumosa: le percezioni
rallentate dalla depressione, la mia coscienza indebolita, mi consentono di
cogliere l'impercettibile difficoltà con cui i viventi si trascinano in questo
ammasso poroso.
L'estensione
cosmologica del pensiero malinconico è di una vastità e peculiarità tali da
essere incommensurabile con l'esperienza quotidiana, avvicinandosi in modo
disturbante alle allucinazioni psicotiche o schizofreniche: abbaglianti epifanie
apocalittiche si susseguono a distanza ravvicinata l'una dalle altre.
L'animismo tipico della depressione dona voce agli spiriti della natura e del
mondo
artificiale: ai
margini del marciapiede un albero defoliato lotta con la coltre d'asfalto, elementi
scultorei avvinghiati come Laocoonte e le serpi marine, radici che si inarcano
possenti, pietra divelta e fracassata, rami secchi volti al cielo in una muta
espressione di dolore. Con un ultimo, imponente guizzo di fiamma il dispendio
energetico oltrepassa la soglia e l'organismo collassa, la pressione è ormai
insostenibile, il corpo è danneggiato.
Giunti al
fondo dell'anima, laddove il fondo stesso è indistinguibile dal nulla, si entra
nel dominio dell'oscurità, nella notte più buia, laddove 'mistica' non
significa altro che chiudere, serrare porte e finestre e ritirarsi
silenziosamente in sé, nella propria abitazione. La malinconia
depressiva irradia una luce misteriosa: nel silenzio e nella solitudine vengo
iniziato ai misteri, all'ebrezza mostruosa dell'angoscia. La comprensione del
tempo è la chiave per dischiudere il significato di tutto questo, i segreti del fuoco che arde nel mio stomaco, del formicolio che percorre braccia e gambe,
della coltre di nebbia che ottenebra i sensi.
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